Stupendo itinerario d’ambiente che risale le eleganti fessure del secondo pilastro dell’Intermesoli tra la Spaccatura d’Armi e il canale Harron-Franchetti. In generale via da non sottovalutare per il notevole ingaggio alpinistico dovuto allo scarso materiale in via (circa 8 chiodi lungo i tiri concentrati su tre lunghezze) e soste da realizzare. La proteggibilità è buona a patto di raddoppiare diversi friends, il grado richiesto è almeno un 6b solido per via dei primi due tiri di fessura mai banali e scontati e in generale le difficoltà sono presenti su tutti i tiri che sono mediamente di 40 metri obbligando a gestire attentamente le protezioni disponibili. La roccia è quasi sempre ottima ad eccezione di qualche tratto con qualche sasso da attenzionare ma che non crea problemi, per chi ama la fessura è sicuramente una salita da non perdere. In via poche le possibilità di abbandono mentre per la discesa si può andare a piedi per i pratoni o tramite le doppie della via Nemesi (richiodata) e poi nell’Herron-Franchetti.

Bellezza | ★★★★ |
Prima salita | P. Abbate, G. Barbieri e R. Barbieri – 27 giugno 1993 |
Tipologia | Trad |
Grado | ED-, VII- R3 |
Esposizione | Est |
Dislivello (via / totale) | 280 m / 900 m |
Sviluppo via | 400 m |
Tipo di roccia | Calcare – ottimo |
Tempo (via / totale) | 7 ore / 11 ore |
Accesso stradale
Si raggiunge Prati di Tivo dalla SS80 del Gran Sasso (da L’Aquila via Campotosto oppure da Montorio al Vomano). Giunti alla grande rotonda svoltare a destra in direzione della cabinovia, superarla e parcheggiare poco dopo sulla destra
Avvicinamento
Dal parcheggio, prendere la strada sterrata sulla sinistra (presente sbarra d’accesso) verso la val Maone. Proseguire la sterrata che dopo poco diventa sentiero nella faggeta. Continuare il sentiero fino ad arrivare nella valle dove si iniziano ad individuare i vari pilastri del pizzo d’Intermesoli. Svoltare sulla destra al primo bivio in direzione delle strutture e della grotta dell’oro, quindi si prosegue lungo la parete rimanendo comunque non troppo vicino. Si supera il pilastro giallo e un primo anfiteatro raggiungendo un pulpito dove si trova lo spigolo est del pilastro delimitato dalla Spaccatura d’Armi e il canale Herron Franchetti – 1:30 dal parcheggio
Relazione
- L1: La via attacca sullo spigolo est del secondo pilastro solcato da due fessure, sormontate da un tetto giallo. Si percorrono i primi metri di una rampa facile e poi la fessura di destra che presenta un primo strapiombino (chiodo e nut incastrato con cordone) e subito dopo un secondo passaggio difficile, si esce quindi in placca e si traversa in direzione di un paio di chiodi oltrepassando lo spigolo e raggiungendo una cengia che affaccia sulla Spaccatura d’Armi. La sosta è su 3 chiodi – 45 m, VI+
- L2: Ci si alza sulla fessura-diedro sovrastante e dopo una decina di metri si trova un chiodo sulla placca a destra, si prosegue per la fessura che diventa faticosa e leggermente strapiombante con arrampicata in dulfer e incastri. Ad uno spuntone si esce a sinistra (vecchia sosta con due chiodi) e si prosegue poco oltre in una zona più comoda (sosta su 2 chiodi e sassi incastrati) – 30 m, VII-
- L3: Alzarsi superando un primo risalto strapiombante, quindi si prende una fessura a destra (non il diedro a sinistra) che obliqua e porta su un tratto più facile fino ad un terrazzino dove si sosta (3 chiodi) – 35 m, V+
- L4: Si sale una paretina verso un grosso diedro della parete con blocchi dall’aria instabile. Si può proseguire nel diedro (delicato) e si giunge ad una prima terrazza pietrosa sotto un naso giallo strapiombante (sosta intermedia 2 chiodi), si prosegue per un diedro-fessura e si raggiunge una comoda terrazza dove si sosta (2 chiodi). La relazione ufficiale prevede che una volta alzati pochi metri dalla sosta si traversa a sinistra per 4 metri quindi tramite un muretto si accede alla prima terrazza (non verificato) – 45 m, V+
- L5: Si risale il diedro sul margine sinistro della terrazza e, prima di uscire, si traversa a sinistra continuando in verticale per un sistema di fessure e camini. Si entra in un camino più facile dove si sosta (da allestire) – 40 m, V+
- L6: Continuare nel camino senza difficoltà eccessive fino a che questo non si chiude, quindi si esce leggermente sulla destra su un terrazzino delimitato da uno spuntone e un grosso masso che fa da ponte (sosta da allestire su spuntone) – 45 m, IV+
- L7: Ci si alza sul grande masso che collega il camino e un pilastrino (chiodo), lo si risale e si punta al terrazzo più in basso alla base della bella placconata a buchi (sosta da allestire) – 40 m, IV+
In alternativa agli ultimi 3 tiri è possibile percorrere il camino Cantalamessa-Ciarma (max V+), in questo caso si deve risalire al terrazzo più in alto con sosta su clessidra e chiodo - L8: Si sale prima obliquando a destra in placca fino ad una fessura (clessidra) che si percorre fino ad un tettino. Una volta superato si continua per diedrini ad un pulpito sotto una placca. Sosta su 1 chiodo e spuntone (da allestire) – 40 m, VI-
- L9: Si parte traversando orizzontale a destra ad un chiodo, quindi in verticale fino ad uno spuntone e poi si traversa leggermente a destra per andare a trovare una clessidra, da qui si sale senza una via obbligata (sulla sinistra altra clessidra) fino ad uscire su una rampa più facile alla base di una placca erbosa (sosta da allestire) – 45 m, VI
- L10: Si risale la placca a tratti erbosa tenendosi a sinistra vicino il diedro e si esce sui prati sommitali del secondo pilastro (sosta da allestire) – 55 m, III+

Discesa
Dall’uscita della via si può scendere a piedi lungo i pratoni dell’Intermesoli o scendere in doppia sulla via Nemesi.
Nel primo caso si continua a salire sui pratoni circondati da una fascia rocciosa che si deve superare sulla destra dove più facile (rampa inclinata), qui ci si sposta sulla destra superando dei canalini erbosi e si entra in un vallone che si percorre tra ghiaioni e saltini, si tiene la sinistra evitando di prendere il canale a destra (direzione Strutture) e si prosegue lungo i ghiaioni fino alla base della parete delle Strutture dove si traversa a destra per andare a riprendere il sentiero dell’andata.
Per le doppie, una volta usciti sui prati sommitali del pilastro ci si sposta verso sinistra di una ventina di metri in direzione della parete sud-est, si individua una prima sosta a spit con anello e si segue scendendo la linea degli spit di Nemesi. Tutte le soste sono dotate di 2 spit e doppio anello, talvolta non collegati.
- D1 (35 m): dalla sosta di uscita della via Nemesi (S6) a S5 (fare attenzione ai primi metri con alcune fessure dove si può incastrare la corda)
- D2 (33 m): dalla sosta S5 a S4
- D3 (30 m): dalla sosta S4 a S3
- D4 (60 m): dalla sosta S3 nel vuoto fino a terra nel canale Herron-Franchetti
Da qui si scende qualche metro nel canale (attenzione brecciolino instabile) e si individua un’altra doppia di circa 30 metri (2 spit e maglia rapida). Quindi si prosegue nuovamente a piedi tenendo la destra (scendendo), volendo si trova uno spit con anello per superare un salto di circa 10 metri e si ritorna all’attacco della via. Da qui si prosegue sul sentiero analogamente all’andata – 2 ore dall’uscita della via
Attrezzatura
- Normale dotazione alpinistica
- Corde doppie da 60 metri
- Friend (misure C4 BD dallo 0,1 al 4, raddoppiare dall’1 al 3) e set di nuts
- Martello e 4-5 chiodi











